Patria
Patria
Fernando Aramburu
ROMANZO VINCITORE DEL PREMIO STREGA EUROPEO 2018 « Non importa avere la lacrima facile. È in ogni caso difficile restare con gli occhi asciutti leggendo Patria. » Il Corriere della Sera – Paolo Lepri « Da molto tempo non leggevo un romanzo così persuasivo, commovente, e così brillantemente concepito. » Mario Vargas Llosa « Patria non racconta solo la guerra con le sue crudeltà. Rievoca gli usi e i costumi di quegli anni e di quei luoghi, in un grande romanzo corale. » Vanity fair – Irene Bignardi « In Spagna è già diventato un caso: 20 ristampe, 400.000 copie vendute, undici traduzioni. » Il Venerdì di Repubblica – Marco Cicala « Patria ha la grandiosità dei Buddenbrook e la passione per la verità di Orwell. » GQ Life « Un libro che ha spinto i critici a parlare, nientemeno, di un Guerra e pace iberico. » Il Sole 24 Ore – Guido de Franceschi « Da molto tempo non leggevo un romanzo così persuasivo, commovente, e così brillantemente concepito. » Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura « Il fenomeno letterario degli ultimi mesi. » La Stampa – Francesco Olivio « Un romanzo definitivo. » La Razón « Pelle d’oca: una delle sensazioni che ho provato leggendo Patria. Importante davvero perché ci vaccina da quelle malattie che sono le piccole patrie (e relative rivendicazioni). Un grande romanzo davvero. » Pietro Cheli « Un romanzo semplicemente formidabile… un esempio di grande letteratura. » La Vanguardia « Una tensione narrativa sostenuta dall’inizio alla fine. Un libro straordinario. » El Diario Vasco « Senza alcun dubbio, uno dei grandi romanzi degli ultimi anni. » Abc UN ECCEZIONALE SUCCESSO CRITICO Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’eta, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato… Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte. Con la forza della letteratura, Fernando Aramburu ha saputo raccontare una comunità lacerata, e allo stesso tempo scrivere una storia di gente comune, di affetti, di amicizie, di sentimenti feriti: un romanzo da accostare ai grandi modelli narrativi che hanno fatto dell’universo famiglia il fulcro morale, il centro vitale della loro trama.
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