L’obiettivo è semplice: incastrare un grosso narcotrafficante giamaicano. Dudley Karr, detto l’Ayatollah, spedisce negli Stati Uniti una tonnellata di cocaina al mese. La droga arriva dalla Colombia in aereo o per nave, in container che vengono scaricati nella zona di Kingston sotto il suo controllo. Di lavorarla si occupano le bande insediate nel ghetto della capitale e lui non si sporca mai le mani. Semplice è anche il piano, messo a punto da CIA e DEA in un’operazione congiunta: fingersi trafficanti e fare a Karr un’offerta che non possa rifiutare, ovvero l’acquisto di un enorme quantitativo a un venti per cento in più del prezzo corrente. Purtroppo, una volta sul campo, le cose semplici tendono a diventare complicate e tutto può andare storto per mille ragioni. Ai due agenti inviati sotto mentite spoglie ne basta una per vedersela brutta. Dopodiché è la solita storia: quando succede un guaio, la Compagnia manda allo sbaraglio Malko Linge per salvare il salvabile. In questo caso si tratta di recuperare l’unico dei due che forse è sopravvissuto al fallimento della messinscena. Tempi duri si annunciano per il Principe delle Spie. La sua missione nel ghetto è pericolosa all’incirca come cercare qualcuno in una palude infestata da coccodrilli affamati.

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